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Fra Giovanni da Verona
INTARSIATORE (1457 - 1525)
rinascimentale
RECAPITI E ORARI
Biglietto da visita (vCard)
Nacque nella città veneta verso il 1457 e venne presto avviato alla vita monastica nell'ordine dei Benedettini e più esattamente nella congregazione degli Olivetani. Nel 1476 lo sappiamo presente nell'abbazia di Monte Oliveto Maggiore, nelle vicinanze di Siena, ove già opera come qualificato scultore. La vita tra i monaci Olivetani costituì anche - stante il motto benedettino "ora et labora" - per Fra Giovanni occasione di apprendistato nell'arte dell'intarsio e della lavorazione del legno: egli apprese i fondamenti di tale arte (la scelta dei legni, la loro trattazione con sostanze impregnanti, il taglio e l'incastro dei listelli, l'uso dei mastici, etc.) da un converso chiamato Fra Sebastiano da Rovigo. Sappiamo che nel 1493 egli era attivo come architetto presso il monastero di Santa Maria in Organo. I lavori per gli stalli del coro, con le magnifiche spalliere intasiate - raffiguranti vedute di città ideali e di chiese rinascimentali, di immagini di santi, di armadi con oggetti di varia natura, etc. - vennero eseguiti tra il 1494 ed il 1499. Nel 1500 , prima di recarsi a Roma, per le celebrazioni del giubileo, fece tempo a realizzare l’elegante leggio posto al centro del coro. A Verona, presso il monastero, fu a sua volta a capo di una bottega, maestro di una schiera di aiuti tra i quali il nipote Gregorio, Francesco Begano, ed altri valenti monaci olivetani (Fra Raffaele Maroni da Brescia, Fra Matteo di Trento, Fra Vincenzo dalle Vacche da Verona). La fama della sua opera – come attesta il Vasari – fece ben presto sì che la sua arte venisse richiesta in molte parti d'Italia e finanche da papa Giulio II. Fra Giovanni realizzò tra il 1503 ed il 1506 gli stalli dell’abbazia di Monteoliveto Maggiore, in parte oggi posti nel duomo di Siena. Tra il 1511 ed il 1512 fu a Roma, presso il Vaticano, ove eseguì gli scranni e le tarsie per la Stanza delle Segnature. Poi fu a Lodi, impegnato nei lavori del coro ligneo della Cattedrale Nel 1519 troviamo l’infaticabile Fra Giovanni di nuovo a Verona, ove fu impegnato sino al 1523 nell'esecuzione della sua opera capolavoro: la spalliera degli armadi posti sulla parete di destra nella sacrestia. Nell’ampia aula rettangolare - affrescata da Francesco Morone con i ritratti di personaggi illustri che furono accolti nell'ordine benedettino - Fra Giovanni realizzò la superba spalliera divisa in dieci scomparti formate da coppie di colonnine finemente scolpite che sostengono altrettanti archi nei quali fanno mostra di sé tarsie che, al solito, costituiscono uno straordinario campionario di soggetti di natura diversa (paesaggi, oggetti simbolo della Passione, armadi con libri e poliedri, animali da cortile, etc)