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Antonio Federighi
SCULTORE PIETRA (Fra il 1420 e il 1425 - 15 gennaio 1483)
Rinascimentale
RECAPITI E ORARI
Biglietto da visita (vCard)
Il Federighi è stato uno scultore e architetto italiano, considerato uno dei più grandi artisti del rinascimento senese e decisamente ispirato all’arte classica antica. Fu probabilmente allievo di Jacopo della Quercia. Nacque probabilmente a Siena intorno al 1420-1425. Il primo documento che lo cita risale al 1438, dove l’artista è menzionato nei libri contabili dell'Opera del Duomo come garzone, al tempo in cui Capomastro dell’Opera era Jacopo della Quercia. La prima opera come artista tra quelle a lui attribuite e prevenuteci sono le finestre della cappella delle Carceri di Sant'Ansano in Castelvecchio, cappella alla quale lavorarono Pietro del Minella e altri artisti della bottega di Jacopo della Quercia. Le finestre mostrano un ricorso al modulo quadrato di gusto rinascimentale attestandone una predisposizione per le opere classiche. Tra il 1445 e il 1446 l’artista lavorò nel Duomo di Siena alla lastra tombale di Carlo d’Agnolino Bartoli, vescovo di Siena e rettore del Santa Maria della Scala, deceduto nel 1444. L'opera è però attribuita a Pietro del Minella e il Federighi vi lavorò solo come scalpellino. Nel 1448 l’artista acquistò una porzione di casa a Siena in via delle Donzelle e qui vi abitò fino alla morte, acquistando la restante porzione nel 1461. Sempre nel 1448 l’artista intraprese un viaggio a Roma dove ebbe modo di consolidare la sua ispirazione all’arte classica e, nel 1450, venne eletto Capomastro dell’Opera del Duomo a Siena. Le scalinate di accesso al Duomo e al Battistero e i pavimenti esterni dei due edifici sono tra le prime opere da lui coordinate. Dal 1451 al 1456 il Federighi lavorò ad Orvieto come Capomastro dell’Opera del Duomo di quella città. Non è chiaro il motivo che spinse l’artista a lasciare la sua città e trasferirsi in una città più piccola e meno prestigiosa. Ad Orvieto il Federighi portò avanti i lavori di realizzazione della facciata, eseguendo le nicchie rinascimentali allineate sopra al rosone, più tardi riempite di statue di altri artisti. Eseguì anche una Sibilla che sormonta l'estremità sinistra della facciata e una bellissima acquasantiera che si trova all’interno della chiesa. Nel 1458 l’artista, tornato a Siena, si riappropriò della carica di Capomastro del Duomo mantenendola fino al 1480. Nel 1458-1459 scolpì le tre statue della Loggia della Mercanzia, raffiguranti Sant'Ansano, San Savino e San Vittore. Al Federighi è attribuito anche il sedile marmoreo che si trova a destra dell'ingresso della stessa loggia, eseguito probabilmente tra il 1459 e il 1464. Nel 1459 è registrato un pagamento per una tarsia marmorea del pavimento del Duomo di Siena, realizzata probabilmente nei due anni precedenti, raffigurante la parabola del Cieco che guida il cieco, i cui resti si conservano nel Museo dell'Opera del Duomo. Sempre nel 1459 l’artista realizzò i due busti a bassorilievo che si trovano nella Cappella Maggiore della Basilica di San Francesco, resti della tomba dei genitori di papa Pio II. L’anno successivo l’artista scolpì un busto raffigurante Pio II che è oggi conservato nella chiesa di San Benedetto in Polirone, in provincia di Mantova. Dell’attività del Federighi rimangono anche importanti testimonianze all’interno del Duomo di Siena. Tra il 1458 e il 1467 eseguì le due acquasantiere dal complesso significato allegorico che si trovano all’entrata. Al 1465-1468 risale invece il fonte battesimale collocato nella Cappella di San Giovanni Battista. Il fonte ottagonale riporta su sei lati scene della Genesi con la raffigurazione del peccato originale, da cui il battesimo offre la possibilità di purificarsi. L’aggiunta sui due restanti lati di scene mitologiche classiche raffiguranti due imprese di Ercole per la purificazione del suo omicidio ai danni della prima moglie testimoniano la profonda cultura rinascimentale e classica dell’artista. Suo è anche il basamento della colonna di destra nel portale di ingresso della stessa cappella di San Giovanni Battista. Agli anni sessanta risalgono anche due Geni porta scudo, esposti nel Museo dell'Opera del duomo. Le opere di architettura Tra il 1461 e il 1468 l’artista completò il coronamento della cosiddetta Cappella di Piazza del Campo che era stata iniziata nel 1352 dai senesi come ringraziamento alla Madonna per la fine dell'epidemia di peste nel 1348. Nel 1461-1463 furono realizzate, su commissione del pontefice Pio II, le Logge del Papa di via Banchi di Sotto. Al 1465 risale invece il Palazzo Bandini-Piccolomini, attribuito all'artistae nel quale è evidente il gusto antichizzante ormai caratteristica consolidata dell’artista. A partire dagli anni settanta l’attività dell’artista rallenta vistosamente, a dispetto di una più feconda attività familiare dalla quale nacquero almeno quattro figli, nonostante il precario stato di salute che lo distolse dall'attività creativa. Nel 1475 il Federighi fu incaricato di disegnare un'altra storia ad intarsio per il pavimento del duomo, raffigurante le sette età dell'uomo. Nel 1481, nonostante non ricoprisse più il ruolo di capomastro, gli fu affidata l'esecuzione di un nuovo pannello del pavimento, raffigurante la Sibilla Eritrea. Alla sua morte, nel 1483, fu sepolto all'interno della grande Basilica di San Francesco.